Come organizzare un pò meglio i progetti e sopratutto organizzare i sample?
Personalmente mi sono ispirato molto ai consigli dei Noisia e la loro workflow, ma come organizzano loro il lavoro visto che sono in 3 e spesso non lavorano tutti sullo stesso computer?
Organizzare i Sample: Il metodo di lavoro di Noisia è sicuramente particolare e non è adatto a tutti i generi musicali, tra l’altro pare che nell’ultimo album abbiano fatto un’ulteriore upgrade tecnico, essendo negli studi nuovi, purtroppo per noi i loro trucchi spesso rimangono top-secret per diversi anni.
Nei generi musicali più tecnici (come la Dubstep o Drum n Base) c’è un grosso lavoro di sound design da compiere, e spesso non si può processare tutto in un unico progetto, non solo per questioni tecniche di utilizzo delle risorse del computer ma anche per quanto riguarda il focus sul lavoro stesso, è quindi necessario creare una propria libreria (che sia su un progetto o affidato ad uno schema di cartelle)
I Noisia, ad esempio, impiegano settimane o mesi per creare le loro librerie di piccoli suoni molto lavorati, successivamente il brano viene creato da incastri di sample, come se fosse un puzzle.
Per contro Culprate invece utilizza tutto un’altro sistema, quasi all’opposto, che permette più velocità, ma meno flessibilità nell’organizzare i sample.
Ora, prendendo spunto da questi artisti possiamo categorizzare due metodi, come dicevo, il modo ordinato, e il modo disordinato, nessuno dei due è migliore in assoluto, dipende dalla tua persona e gusto.
Vediamo come si sviluppano in Ableton Live.
In Ableton, una volta creato un suono, che sia di sintesi o altro, è sempre possibile fare un resampling e renderizzare quel piccolo file, per poi continuare a modificarlo ripartendo da un canale vuoto.
Creando un canale di resample e poi andando a fare il record (dopo aver armato la traccia) si possono creare quante più versioni diverse di uno stesso suono, ed è così possibile salvarsi tutte le varie versioni del suono. Qual è il metodo migliore per nominare i Files? Beh non ce n’è uno giusto, è giusto quello che ti permette di ritrovare sempre i tuoi suoni velocemente. Io personalmente li classifico in base alla tipologia, do un nome al suono che possa ricondurre al timbro, associo la versione del suono e la sua data, occasionalmente mi capita di aggiungere altri dati come “REV” o “ADG AVLB” ovvero “versione con reverbero” o “è disposibile la cantena salvata di Ableton”.
Nella maggior parte dei casi non salvo quasi mai il progetto dove faccio il processing, ma solo il suono, questo perché il sound design è un workflow di pensieri e azioni che partono dalla A e termina con il suono stesso.
Questo è il mio metodo per nominare i suoni, prendiamo ad esempio un basso dubstep:
- BASS GROWL Stamina 001 07052018
Che poi diventa:
- BASS GROWL Stamina 002 07052018
- BASS GROWL Stamina 003 Rev 07052018
- BASS GROWL Stamina 004 Attack+Noise 07052018
E magari riprendo in mano qualche giorno dopo:
- BASS GROWL Stamina 005 10052018
Ovviamente questo meccanismo è molto chiaro per chi lo fa e per i collaboratori che utilizzano lo stesso sistema, per chi non lo conosce risulterebbe forse troppo complesso.
Organizzare i Sample: Metodo disordinato
Il metodo disordinato è simile a quello ordinato ma cambia solo il fatto che non ci sono versioni diverse del suono, ma un’unica versione finale, che quindi non necessita una classificazione così profonda. Il risultato è un lavoro più veloce e istintivo che però risulta fisso, e non modificabile. Se avessi renderizzato un suono molto riverberato non potrei più tornare ad una versione precedente.
Come detto non esiste un metodo assoluto, esiste il metodo più funzionale per te, e questo sistema è utile per quasi tutti i generi musicali.
Nei nostri corsi utilizziamo e approfondiamo il metodo ordinato per iniziare a costruire, classificare e sviluppare la libreria di suoni personale.
Dario Khademi
Sound Engineer and Sound Designer @ BigBiz Studio
Sound Engineer and Sound Designer @ BigBiz Studio
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